#4 SECCHIATE di SOLUZIONI
Parliamo di parroci di strada, i maledetti dehors, Grande Fratello, mappe coi wc, sindache della notte, la Colombia, ufficio per la mediazione dei conflitti tra i cittadini.
Nottingham dicembre 2019. Incontro i Pastori della Strada - aka Street Pastors - in un pub centrale della città. Sul loro sito si definiscono “The Church in Action on the Street” e si tratta infatti di un’organizzazione religiosa di stampo cristiano che fornisce supporto a persone vulnerabili nella nightlife inglese. Dopo una breve introduzione - seguita da una preghiera di rito - ci avventuriamo nella notte con tanto di zaino e kit di soccorso: cibo, caramelle, acqua ma soprattutto…diverse paia di infradito. Non me l’aspettavo, a quanto pare non è raro incontrare persone scalze nella notte inglese. A notte fonda infatti, scarpe e tacchi vengono spesso sacrificate poiché troppo scomode e inadatte, nonostante il freddo e i vetri rotti per terra…ed è qui che entrano in azione i Pastori.
Ricordo di Riccardo
Per noi di Secchiate l’estate è il periodo più difficile dell’anno! Sarà che c’è più gente per strada o per la carenza di notizie, ma se ne leggono di tutti i colori su movida e divertimento notturno.
E anche quest’estate non è stata da meno. È partita con il sindaco di Genova che ha vietato di consumare bevande alcoliche all’aperto dalle 16:00 (!!) e si è conclusa con quello di Milano che ha proposto la chiusura dei dehors da mezzanotte. Il picco però si è raggiunto con la sperimentazione - ovviamente fallimentare - dei taxi gratis fuori dalle discoteche per chi ha bevuto troppo. Una proposta suggerita al Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, dalla influencer e vincitrice del Grande Fratello VIP Nikita Pelizon. Purtroppo non stiamo scherzando.
Sempre di questa estate è il nuovo disegno di legge sul codice della strada, una serie di misure punitive con un approccio di tolleranza-zero verso chi guida facendo uso di alcohol e sostanze. Con tanto di proposta di imporre l’alcolock per i recidivi alla guida in stato di ebbrezza: un alcohol test super tech collegato alla tua auto che non ti fa partire se il tuo tasso alcolemico è superiore a 0.
Questa estate ha confermato che in Italia vengono adottate misure più dure e punitive quando si tratta di vita notturna, anche se non sono solo le uniche attuabili. Il pugno duro piace perché è d’impatto e ristabilisce un senso di sicurezza nei cittadini perbene, però il suo effetto rimane limitato. I problemi non sono risolti, il più delle volte sono semplicemente spostati altrove e si ripresentano quando il controllo diminuisce. Insomma si attacca il sintomo senza curare alcunché.
In questo numero proviamo a rispondere a una domanda: quali altre misure meno rigide si potrebbero attuare se solo fossimo un Paese meno bacchettone?
🌿 L’erba del vicino è un pelino più verde
Partiamo da quelle soluzioni che prevedono un approccio olistico e meno celodurista, hanno tutte in comune una cosa: lo sviluppo di organizzazioni pensate specificatamente per occuparsi dei fenomeni notturni. Insomma, si lascia fare a chi ne sa qualcosa.
Siamo di fronte ad un vero e proprio spartiacque nella storia del governo della notte perché queste figure non provano solo a limitarne i problemi, ma hanno anche il compito di promuovere le potenzialità della vita notturna:
Consigli e commissioni notturne. La prima e più celebre è la Club Commission di Berlino, nata nel 2001, quando club, festival ed eventi culturali decisero di unirsi in un fronte comune per fare sentire la propria voce nel dibattito politico cittadino (qui la storia). Altri casi celebri sono la Bar Association di Zurigo e la Entertainment Commission di San Francisco.
Sindac* della notte. Il primo è stato eletto ad Amsterdam nel 2003, da allora sono più di 50 in tutto il mondo. Si occupa di dare risalto nell’agenda politica alle questioni notturne, di progettare e promuovere nuovi interventi, di mediare tra i diversi attori notturni.
In Italia siamo messi malissimo sotto questo punto, come potete vedere dallo schema qui sotto. Fino al 2021 non avevamo niente del genere, poi finalmente Trento e Bologna ci sono decise ad eleggere le prime sindache della notte italiane.
🍦 Strategie di controllo soft
Sindac* e commissioni della notte sono mossi dallo stesso principio: siamo di fronte a fenomeni complessi, c’è bisogno di strumenti all’altezza per affrontarli. Hanno quindi sviluppato strategie innovative per gestire i problemi legati al divertimento notturno, spingendosi oltre alle tradizionali modalità coercitive. Strategie di controllo ‘soft’ per intervenire in maniera non ostile, per assistere chi ha bisogno d’aiuto e per trasmettere saperi utili per ridurre i comportamenti a rischio.
La movida è una guerra se la fai diventare tale:
A Parigi dal 2014 usano strategicamente teatro e creatività, i Pierrot de La Nuit ovvero brigate d’intervento artistico notturno che agiscono direttamente nei punti più problematici, divertendo ed educando il pubblico.
A Rotterdam e poi ad Amsterdam, per limitare l’intervento di forze dell’ordine e butta fuori (considerati un fattore di rischio e non di sicurezza), si servono di giovani stewards formati per aiutare gli avventori notturni (es. raggiungere la fermata del bus/taxi, chiamare un’ambulanza, mediare con le autorità).
A Nantes sono stati organizzati workshop pubblici per sensibilizzare la popolazione notturna sulle questioni di genere e sull’uso dello spazio pubblico.
A Bristol hanno fatto una campagna molto potente contro le molestie nella notte, con murales che si illuminano di notte nel centro della città.
In Inghilterra gli street pastors (parroci di strada) sono volontari cristiani che pattugliano i distretti notturni per aiutare persone in difficoltà, fornire beni utili (es. acqua e infradito per chi è stanco di portare tacchi alti), avere una conversazione, spesso sul tema della fede.
Vancouver in Canada invece ha testato i cessi pubblici aperti 24 su 24 (non male).
💡C’è chi fa di più
Questo genere di misure sono molto utili, ma non ci illudiamo perché non sono sufficienti. I fenomeni notturni si sviluppano e dipendono da un quadro urbano complesso, quindi non ci si può limitare a controllare i soli comportamenti individuali, si deve guardare anche agli elementi strutturali dell’economia della notte. Puntare il dito sui singoli è una via di uscita facile per chi non vuole - o non è in grado - di agire ad un livello più complesso.
Si dovrebbe parlare di politiche abilitanti ovvero politiche che non considerano la notte e il divertimento notturno un problema di ordine pubblico (se non capite il riferimento, c’è bisogno di un ripasso della #1 secchiata), ma una risorsa per la città e i suoi cittadini, pertanto devono essere supportati.
Ecco alcuni esempi virtuosi:
Nel tentativo di arginare la crisi del clubbing determinata dai processi di gentrificazione e finanziarizzazione, Londra ha ampliato le infrastrutture di trasporto notturne e implementato il principio dell’agent of change. Ogni nuovo immobile costruito in un distretto notturno deve essere insonorizzato, per evitare future lamentele.
Ad Amsterdam si è esteso a ventiquattro ore l’orario di apertura di un numero selezionato di club sparsi per la città, per diversificare spazialmente e temporalmente l’offerta cittadina. Riuscendo così a ridurre il sovraffollamento e i problemi dei distretti notturni.
In Colombia, il programma “Sello Seguro” richiede ai locali notturni di rispettare dei requisiti logistici e di sicurezza (insonorizzazione, sorveglianza, riduzione del danno) permettendo in cambio un’estensione dell’orario di apertura.
La sindaca della notte di New York ha creato il primo ufficio specializzato in mediazione conflitti tra residenti e commercianti.
La città di Berlino ha deciso di investire quasi un miliardo per creare nuovi spazi culturali e supportare quelli esistenti. Il fondo servirà ad aggiungere 500 spazi culturali tra cui club, locali, teatri e musei agli attuali 2.000, con l’obiettivo di raddoppiarne la quantità di proprietà statale entro il 2030.
In alcune città europee si costruiscono delle linee di azione condivise come le “Chartes de la vie nocturne” in Francia, i “Safe Nightlife” Covenants in Olanda o l’accordo di Jungbusch a Mannheim in Germania.
👌 Un po’ di speranza c’è anche per noi
Abbiamo finito il nostro viaggio, dovrebbe essere chiaro che le problematiche relative alla nightlife hanno punti in comune in tutto il mondo. Inoltre, alcune soluzioni sono accessibili e trasferibili al contesto italiano.
E infatti alcune delle misure citate sono state importate anche nel nostro paese. Ad esempio la rete di monitoraggio audio via app Android realizzata a Torino, l’elezione nel 2021 delle prime due sindache della notte (Giulia Casonato a Trento e Emily Clancy a Bologna), la chill-out urbana di Firenze, le iniziative con artisti di strada a Milano e Torino, i corsi del nostro Riccardo Ramello per costruire spazi più sicuri, il Piano della Notte di Bologna. Iniziative promettenti che però assumono solitamente la forma di sperimentazioni lunghe una stagione o al massimo un mandato. Un po’ troppo poco se si vuole davvero agire sui problemi della movida (per non parlare delle sue potenzialità!).
🌐 Secchiate, il tour mondiale
🇩🇪 A Secchiate abbiamo deciso di andare a sbirciare i futuri della nightlife internazionale! Parteciperemo alla prossima edizione di Stadt Nach Acht, la conferenza sulla notte più importante d’Europa. Si terrà a Berlino dal 16 al 18 novembre e non vediamo l’ora di raccontarvela! Se siete lì in quei giorni scriveteci su IG ;)
🇮🇹 A ottobre ci trovate a Torino dove abbiamo organizzato due eventi per indagare l’evoluzione tra tecnologia e musica negli ultimi trent’anni.
➡️ Il primo è martedì 3 ottobre alle 18:30, incontreremo Claudia Attimonelli e Vincenzo Susca alla Libreria Bodoni per immergerci nei loro Tecnomagia: estasi, totem e incantesimi nella cultura digitale e L'elettronica è donna: media, corpi, pratiche transfemministe e queer. Se siete boomer come Enrico c’è l’evento FB! Ci saranno le birrette.
➡️ Il secondo sarà sabato 21 ottobre, con Andrea Benedetti che presenterà all’Imbarchino Mondo Techno (Agenzia X, 2023). A seguire dj-set di Valle e b2b di The Contact. Fino a tardi (venite riposat*).
💥 Ultima news di servizio e poi potete ordinarvi uno spritz
Enrico Petrilli e Tobia D’Onofrio hanno scritto il manifesto dell’edizione 2023 del Robot Festival dedicato alla “dissidanza – la dissidenza del corpo che balla – e nasce dall’urgenza di riconoscere come gli spazi dedicati alla socialità danzante siano sempre più in pericolo nella nostra società.”
Ne parleranno il 13 ottobre alle ore 17:30 - 18:30 a Bologna. L’evento è gratis, ma bisogna prenotarsi (tutte le info sono nell’ultimo link). Noi di Secchiate saremo lì!
Se ci volete nella vostra città per fare cose o presentare robe, scriveteci!a ciao@secchiate.org oppure contattarci su Instagram