#2 SECCHIATE sui NIGHT WORKERS
Parliamo di contratti precari, cucine a 50 gradi, ritmi circadiani sballati, panettieri della Comune di Parigi, solidarietà tra lavoratori, asili nidi scandinavi e night commons
C’era anche qualcosa di buono a sgobbare la notte…come la forte solidarietà che ti legava ai tuoi colleghi, ma anche agli altri lavoratori notturni. Quando mi facevano saltare la fila per entrare in un club perché sapevano che ero uno di loro o quando ci si offriva da bere a vicenda, alle spese dei rispettivi datori!
Ricordo di Alessio
Tipo, vi siete mai chiesti chi pulisce i cessi del club dove avete ballato fino al mattino? O chi ricarica monopattini e bici elettriche quando non c’è nessuno per strada?
Nel primo numero di Secchiate ci siamo concentrati su una parola stra-abusata nel dibattito pubblico italiano: la movida. In questo secondo numero cambiamo totalmente approccio e indaghiamo un grande assente nei discorsi sulla movida e sull’economia delle notte: i lavoratori e le lavoratrici notturne.
A pochi giorni dalla festa dei lavoratori (e nella giornata nazionale della ristorazione), ci sembra giusto dedicare una secchiata a chi vive la notte in maniera radicalmente diversa rispetto ai residenti o a chi vuole divertirsi, perché accanto al diritto al riposo o al diritto alla festa, ci sono anche i loro diritti. Abbiamo quindi fatto due chiacchiere con chi su questi temi ci lavora da anni, Alessio Kolioulis, docente di sviluppo dell’economia urbana presso la University College London.
🌙 NIGHT WORKERS, QUESTI SCONOSCIUTI
🪣 Partiamo subito da una domanda secca: chi sono i lavoratori e le lavoratrici notturne?
In generale, quando si parla di night workers si fa riferimento ad un numero ampissimo di categorie: abbiamo la ristorazione con barist3, personale di sala e cuoch3, ci sono i locali notturni con artisti, personale di sicurezza, tecnici, inservienti, e poi abbiamo il mondo dei trasporti, il personale sanitario, la logistica, i sex workers etc. Quindi non è facile dare una definizione.
In Inghilterra si parla di lavoratori attivi tra le sei di pomeriggio e le sei di mattina, quindi per un range di dodici ore. Si tratta però di una visione fuorviante, perché un conto è smettere di lavorare alle otto di sera, un altro è finire alle sei di mattina, per più giorni alla settimana.
🪣 Ma quindi non c’è un minimo comune denominatore che li accomuna?
Purtroppo c’è. Nonostante la loro funzione sociale, ricerche e dati mostrano come si tratti di figure tendenzialmente con contratti precari, spesso invisibilizzate, di persone migranti, gente che si occupa di “lavoretti” e quindi trattate a pizze in faccia. Ma non è il lavoro notturno ad essere precario di per sé, è piuttosto il lavoro precario ad essere notturno!
"Non è sufficiente dire che le condizioni lavorative di notte sono pessime, ma che le forme peggiori di sfruttamento e precarietà avvengono proprio di notte. Certo, in certi contesti anche chi raccoglie pomodori vive in condizioni di semi-schiavitù. Il punto tuttavia è che se si guarda al lavoro in generale, è il lavoro notturno in proporzione quello più precarizzato e sfruttato rispetto a quello diurno."
Un caso paradigmatico è quello dei lavoratori stagionali nel settore turistico e della ristorazione: assunti per periodi brevi di lavoro super intenso, con contratti molto spesso irregolari. E questa non è nemmeno la questione più preoccupante.
🪣 Che cosa intendi?
Ciò di cui dobbiamo preoccuparci sono i problemi di salute dei lavoratori e delle lavoratrici notturne. Ricerche in tutto il mondo (pochissime in Italia!) mettono in guardia su come questa sia una categorie a rischio in termini di salute, fisica e mentale. Ad esempio, le infermiere che hanno il turno di notte hanno una maggiore probabilità di sviluppare il cancro al seno, avere disturbi del sonno, depressione fino ad avere alterazioni del ciclo mestruale e problematiche con la gestazione.
“Per questo preferisco parlare di lavorator3 after dark, per evidenziare la questione del capovolgimento dei ritmi circadiani e quindi sull’impatto anche biologico di certe mansioni”
🌞 IL GIORNO HA BISOGNO DELLA NOTTE
🪣 Prima hai accennato alla funzione sociale dei night workers, che intendi?
La percezione comune è che si tratti di lavori low-skilled, quindi che non necessitano di formazioni specializzate e che siano facilmente rimpiazzabili. Quello che si deve iniziare a riconoscere invece è la loro essenziale funzione riproduttiva rispetto alla dimensione diurna della città. Di notte avvengono tutte quelle attività di urban care, logistica, manutenzione, approvvigionamento di magazzini e supermercati, che di fatto permettono alle città di funzionare di giorno.
🪣 Fantastico! Il giorno ha bisogno della notte…
Beh questo è sempre più vero, anche sotto altri aspetti. Basti pensare al peso sempre più crescente che ristorazione e turismo hanno sull’economia. Soprattutto in Italia, uno dei paesi con la più alta densità di attrazioni culturali al mondo e dove la pizza napoletana è riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio immateriale dell’umanità. Stiamo parlando di un giro di 46 miliardi di euro di valore aggiunto, 300 mila imprese, 1,2 milioni di lavorator3 “ufficial3”. Ovviamente tutto questo però non deve pesare sulle spalle di chi lavora in questo settore o delle città invase da un numero spropositato di turisti.
☭ …DI TUTTO IL MONDO, UNITEVI!
“Ci si lamenta che non si trova manodopera nella ristorazione…stiamo parlando di lavoratori sottopagati, sfruttati, fanno i turni da 12 ore, sei giorni alla settimana nelle cucine a 50 gradi. Eccovi servite le nuove fabbriche.”
🪣 Il quadro che hai delineato è parecchio cupo, cosa si potrebbe fare per invertire la rotta?
Non è facile agire in tal senso, si tratta di settori e figure professionali che hanno difficoltà a sindacalizzarsi e spesso sono gli stessi sindacati, diciamo, a dimenticarsi di loro. Nonostante le prime lotte dei lavoratori fossero proprio per la riduzione della giornata lavorativa e quindi del lavoro notturno. Mentre nella Comune di Parigi avevano abolito il lavoro notturno per i panettieri!
🪣 Nella tua prossima vita da sindacalista della notte quali istanze porterai avanti?
A mio avviso c’è solo una strada per saperlo: fare assemblee e parlarne con loro. Però sicuramente deve essere evidenziato come accanto a questioni più tradizionali come la contrattazione, riduzione dell’orario ed aumenti salari, ce ne sono alcune più specifiche che riguardano i night worker.
🪣 Tipo?
Innanzitutto, una difficoltà di accesso a servizi generici. Ci sono tutta una serie di attività apparentemente normali come andare dal dottore, gestire i bambini e fare la spesa che per chi lavora di notte sono super complicate. Servizi che una città offre normalmente ai lavoratori diurni e che risultano in qualche modo negati ai lavoratori notturni. Per fortuna c’è chi si sta mobilitando, ad esempio in Finlandia e Svezia ci sono i primi asili nido per aiutare i genitori che lavorano la notte. Anche a Vancouver se ne sta parlando.
“La rabbia proletaria quando arriva boom boom” bombetta di RWA (Riderz With Attitude) che vi consigliamo di ascoltare leggendo questo numero
Ci sono poi i servizi specifici per i night workers. Con Autonomy ci siamo concentrati sul simbolo dell’economia delle piattaforme: i rider che ci portano direttamente a casa la cena. Perché la questione è dannatamente semplice: se sei in giro a fare consegne di notte e devi andare in bagno o caricare il cellulare, come fai? Abbiamo progettato una serie di infrastrutture pubbliche per i lavoratori della notte, spazi apparentemente utopici dove trovare servizi di base, per riposarsi, socializzare e condividere i propri bisogni. Ovviamente questo dovrebbe essere un servizio pagato dalle aziende che fanno delivery, non deve essere lo stato ad accollarsi il welfare aziendale.
Altro da aggiungere?
Sì, l’obiettivo è lo stesso per lavoratori diurni e notturni: lavorare di meno, avere più servizi e tutele, ed essere più pagati!
Grazie Alessio 🙏
🔥 Per approfondire i temi di questa secchiata:
Per saperne di più sul nostro ospite, Alessio Kolioulis
La sempre utile descrizione tecnica del lavoro notturno secondo il Dizionario dei diritti dei lavoratori
“Datemi un buon cuoco e vi darò un buon trattato”, il Report di Confcommercio sui lavoratori dipendenti (e tutti gli altri?) nella ristorazione inizia con questa citazione. Promette bene.
Cosa sono i beni comuni notturni? Lo studio di Autonomy analizza strategie urbane per democratizzare l'economia notturna, con riferimento al sex work di cui non abbiamo parlato in questo numero, ma lo faremo in futuro.
I rider di New York avevano un luogo dove riposare, ma ora ha chiuso.
Un’economia notturna meno pericolosa per i suoi lavorator3 è possibile?
I film sulle cucine da incubo vanno parecchio di moda ultimamente: questo è il nostro preferito.
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